18 Maggio 2024
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I comportamenti invalidanti nelle relazioni tossiche

CONSULENZA E SOSTEGNO PSICOLOGICO
scritto da Alessio Ceccotti il 05-05-2024 08:10
Di Alessio Ceccotti


Cominciamo intanto con intenderci su cosa vuol dire relazione tossica. Una relazione è un rapporto continuativo e stabile che si instaura tra due persone e che può riguardare diversi ambiti di vita della persona, sia affettivo e sentimentale, sia familiare o amicale o anche lavorativo. In queste relazioni si possono osservare vari tipi di funzionamento. Certamente, il funzionamento di una relazione, come il termine lascia intendere, implica soddisfazione e benessere da parte delle persone che ne fanno parte. Sebbene un funzionamento ottimale talvolta è difficile da raggiungere nonostante l’impegno reciproco, in certe situazioni assistiamo ad un significativo disagio sperimentato da entrambi o, come in certi casi, soprattutto da una persona che subisce tutte le conseguenze di una relazione disfunzionale, in cui l’altro perpetua nel tempo comportamenti antagonisti. E’ in questi casi in particolare che si riscontrano quelle che possiamo definire “relazioni tossiche”. La relazione pertanto è tossica in quanto nociva, dannosa per la persona che ne sta facendo le spese. La persona tossica è definita tale proprio in quanto fonte di disagio, soggetto responsabile di frequenti prevaricazioni. E’ quella persona che, come afferma Lillian Glass, non ti sostiene, non desidera la tua affermazione, anzi la ostacola, al punto da sabotare il tuo impegno per “condurre una vita felice e produttiva”.

Nei rapporti interpersonali disfunzionali si possono osservare tante configurazioni, caratterizzate da personalità diverse di chi ne fa parte. Sebbene possa essere utile giungere nei vari casi a delineare un profilo personologico dell’antagonista, che frequentemente possiede diverse caratteristiche della personalità narcisista, è certamente utile soffermarsi in primis sui campanelli d’allarme rispetto ai vari pattern comportamentali riscontrabili, quando è la persona abusata a richiedere, come spesso accade, un supporto psicologico. In tal senso, è di primaria importanza, dal suo punto di vista, preoccuparsi della propria salute e di tutelare la qualità della vita, e proprio per questo valutare ed essere sostenuta nelle scelte, e tra queste rientra la decisione di distaccarsi definitivamente dalla relazione. Sappiamo che anche la persona che agisce comportamenti disfunzionali si porta dietro problematiche serie e talvolta veri e propri disturbi di personalità, ma di certo non è compito di chi sta subendo la situazione impegnarsi in opere di convincimento difficili da affrontare, che porterebbero soltanto ad ulteriore logorio delle proprie condizioni psichiche.

Spesso chi si rivolge ad un professionista è confuso, non mette bene a fuoco ciò che sta accadendo, perché le dinamiche invischianti e i dubbi sono ancora in qualche modo presenti. Da qui l’importanza di offrire alla persona un sostegno attraverso una psicoeducazione, un processo di chiarificazione di ciò che solitamente accade in contesti relazionali tipici dell’abuso. Molteplici sono i comportamenti agiti dal soggetto abusante ed esiste al riguardo una nutrita letteratura che ne illustra le caratteristiche. Vediamone in questo articolo un gruppo specifico: i comportamenti invalidanti. Sono quei comportamenti che risultano direttamente mirati a delegittimare tutto ciò che costituisce un bisogno di espressione e di affermazione personale. La persona che tende ad invalidare l’altro attua modalità che squalificano, sminuiscono, tolgono valore ad argomentazioni altrui, insomma fanno sentire l’altro meno importante privandolo così di energia e forza espressiva. Se consideriamo il termine di gaslighting (tema da affrontare in altro articolo), in cui viene manipolata la realtà agli occhi della vittima, di certo anche tale modalità ha conseguenze di invalidazione dell’altro, ma non costituisce l’unica manifestazione tendente ad invalidare. Per questo, la dr.ssa Ramani Durvarsula ha individuato dei pattern comportamentali che in modo specifico e senza necessariamente essere considerati come gaslighting rientrano nel concetto di invalidazione. Questi pattern vengono riassunti in tre specifiche modalità: il disprezzo, l’invalidazione vera e propria, la minimizzazione. Il disprezzo si può osservare come atteggiamento di squalifica personale, di non meritata attenzione, dove la persona viene fatta sentire di scarso valore, attraverso considerazioni di basse qualità di vario tipo, come pratiche, intellettive, sociali o estetiche. Si presenta in tanti modi, palesi o anche subdoli, attraverso una comunicazione sia verbale che non verbale, ad esempio a seguito di comportamenti o ragionamenti ritenuti dal soggetto abusante segno di mediocrità. L’invalidazione vera e propria riguarda la ridotta considerazione mostrata riguardo successi, competenze, traguardi raggiunti o progetti e interessi personali di particolare rilievo. La mancata sollecitazione o sostegno rispetto ad un bisogno di formazione personale o di frequentazione di sport e passatempi ambìti, oppure lo svalutare l’ottenimento di un progresso di carriera, sono esempi di questo tipo. Infine, il terzo pattern è la minimizzazione. In questi casi, ogni tentativo di ricercare nell’altro supporto, ascolto, relativamente ad un proprio stato d’animo o ad una preoccupazione, viene liquidato come eccessivo e non meritevole di importanza. Come potrebbe essere ad esempio il bisogno di condividere una preoccupazione relativa a problemi lavorativi o anche di altri rapporti familiari di difficile soluzione che non lasciano tranquilla la persona la quale non trova alcun tipo di considerazione ricevendo al contrario risposte minimizzanti (“non ne fare un dramma”, “stai sempre a lamentarti”, ecc.), se non addirittura di tonalità opposta, con manifesto entusiasmo e serenità. Viene pertanto delegittimato e invalidato il bisogno di cercare sostegno per aprirsi e comunicare le proprie emozioni negative, dando in questo modo un messaggio di ritorno di non approvazione e facendo così provare vergogna.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE



DURVARSULA R. (2024). It's Not You: How to Identify and Heal from NARCISSISTIC People. New York: Penguin Random House LLC


DURVARSULA R. (2019). Don’t you know who I am. How to stay sane in an Era of Narcissism. New York: Post-Hill Press


GLASS L. (1995). Toxic People: 10 Ways of Dealing With People Who Make Your Life Miserable. New York: Simon & Schuster


LINGIARDI V. (2021). Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo. Torino: Einaudi.


SEMI A.A. (2007). Il narcisismo. Bologna: Il Mulimo.





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